Terra delle mie brame: Storie di monocolture, veleni e distruzione di paesaggi in Valpolicella

Terra delle mie brame: Storie di monocolture, veleni e distruzione di paesaggi in Valpolicella

Il 12 giugno scorso a Montecchio di Negrar nella Sala civica gestita dall’Associazione PiroMaCogno, il Kollettivo NihilK ha proposto un ospite che ha dato voce finalmente alla controinformazione riguardo il “caso Valpolicella”, una terra di Bellezza e tradizioni, sfruttata e deturpata dalla logica dell’industria e del profitto fino all’ultimo metro quadrato di terreno disponibile.
E’ con la delicatezza di chi ha una percezione raffinata e allenata e con la forza della dissidenza, che Gabriele Fedrigo, filosofo e scrittore, nato e cresciuto in Valpolicella, ci ha aiutato a vedere, guardare, non dare per scontato.
Perchè l’occhio, purtroppo, si abitua e il cervello pure al degrado e alla devastazione: siamo storditi dalla negrarizzazione, dalla cementificazione selvaggia e dal sopruso del profitto della monocoltura vitivinicola, che hanno completamente alienato la bellezza del paesaggio di una delle valli più famose nel mondo.
Manipolati dai messaggi delle lobby agroindustriali, che si appellano a valori indiscutibili quali “sostenibilità ambientale e paesaggistica” piegandoli alla logica del profitto e dello sfruttamento, stiamo facendo la fine della rana bollita di Noam Chomsky, abituandoci ad un lento e inesorabile cambiamento finché “morte non ci separi”. Si perché oltre al brutto ci stiamo abituando al malsano, a tassi di tumori negli adulti e nei bambini che vanno significativamente oltre la media nazionale a causa di acqua, aria e terre inquinate.
Il 28% di terreni agricoli sono a vigneto, 6 milioni di kg di pesticidi sono stati venduti nel veronese nel 2023: 6.7 kg di pesticidi a testa!!
Un consumo alle stelle di suolo (14%) per un’edilizia scriteriata a cui si aggiungono i nuovi impattanti fabbricati del vino come Monteleone 21 della Masi spa.
Ma Gabriele ci invita ad uscire dal senso di impotenza, esercitando un concetto: la “Resistenza Percettiva” (meno male che la filosofia pratica esiste e formula ancora concetti che ci guidano a leggere il mondo e a fare scelte!). Allenare il nostro cervello a non abituarsi al brutto, riappropriandoci della memoria paesaggistica, facendo archivi; facendo scelte di consumo che contrastino la grande monocoltura industriale volta al profitto e sostengano la policoltura in grado di riportare vita alle nostre terre, permettendo il ritorno dei fiori, delle api, degli insetti, degli uccelli; premendo come cittadini perché la politica al soldo dell’economia torni sovrintendere ciò che sarebbe già sotto vincolo.
Possiamo, come cittadini, fermare questo virus, facendo comunità ed esercitando la democrazia nel senso originario del termine quale “ascolto della dissidenza”.
Un grazie a NihilK per aver proposto Gabriele Fedrigo che invitiamo a tornare nella nostra piccola Comunità.

lrnk